L’adolescenza
si configura come un periodo confusionario, ricco di cambiamenti
d'umore e
d'intensi eventi emotivi, ma per molti adolescenti, sintomi come
mancanza di
gioia, confusione, isolamento, il ritenersi incompreso ed un
atteggiamento
ribelle possono essere indice di un disturbo depressivo.
Gli
adolescenti possono ammalarsi di depressione quanto gli adulti e
rispondono
altrettanto efficacemente agli interventi terapeutici, ma nel loro caso
la
diagnosi è meno agevole. E' raro, infatti, che un adolescente riconosca
d'essere depresso, poiché spesso riluttante a comunicare alle persone
più
idonee sensazioni di tristezza ed emozioni. Molti giovani presentano il
primo
episodio di depressione proprio durante l'adolescenza, ma pochi la
riconoscono
e negli ultimi decenni c'è stata un'impennata dei casi di depressione
adolescenziale, probabilmente perchè il mondo in cui viviamo diventa
sempre più
complesso e molti si sentono impreparati ad affrontare una serie di
scelte e
tensioni.
La
sintomatologia dell’adolescente è simile a quella riscontrata negli
adulti,
benché alcuni sintomi compaiono con maggior probabilità. Un giovane
depresso
può essere visibilmente triste, malinconico, preoccupato, e molto
frequentemente anche irritabile; perde interesse o piacere per
attività, cose o
persone una volta ritenute gradevoli; si ritira socialmente, mostra
bassa
autostima e soventemente ha pensieri negativi per se stesso e sul
futuro; può
essere confuso ed in difficoltà nel prendere decisioni; può sentirsi
privo di
energie e/o di motivazione per i compiti quotidiani, spesso peggiorando
le
prestazioni scolastiche o lavorative; può mostrarsi a vari livelli
anche
ansioso e/o fobico.
La depressione adolescenziale di frequente può presentarsi
associata ad abuso di alcool o droghe che ne peggiora l’esito, può
essere
mascherata da altri disturbi fisici o condizioni morbose quali
anoressia
nervosa o bulimia. Alcuni soggetti si sentono sempre affaticati e
dormono molto
più del normale senza però trovare ristoro, altri manifestano insonnia
o dolori
cronici, tra cui i più frequenti sono cefalee e disturbi
gastro-intestinali.
Circa il 20% dei giovani depressi presenta un disturbo bipolare, dove
accanto a
momenti di depressione compaiono anche momenti di eccessiva esaltazione
che si
manifestano il più delle volte con comportamenti antisociali quali
ostilità,
aggressività, spericolatezza e sfida a regole ed autorità. Man mano che
la
depressione si fa più acuta, si accrescono i sentimenti di svalutazione
e
disperazione ed in casi gravi iniziano a comparire pensieri
autolesionistici e
perfino suicidari.
Il suicidio, la più grave conseguenza della depressione
adolescenziale, è la seconda causa di morte nei i giovani tra i 15 ed i
19
anni. Inoltre la prima è rappresentata dagli incidenti, soprattutto
automobilistici, tra i quali una
parte
sono attribuibili, in forma più o meno diretta, a comportamenti
spericolati
(per esempio guida spericolata e troppo veloce, o dopo abuso di
sostanze) che
spesso esprimono un disagio psichico. La percentuale di suicidio tra i
giovani
è triplicata negli ultimi 30 anni. Alcuni sondaggi mostrano che circa
il 40%
degli studenti di scuole secondarie hanno preso in considerazione il
suicidio in
qualche occasione, più o meno seriamente. Bisogna porre attenzione a
modificazioni marcate della personalità o del comportamento, disturbi
del sonno
e dell'alimentazione, gravi cadute nella resa scolastica o lavorativa.
Molti
giovani a rischio prendono la loro tragica decisione subito dopo una
delusione
come la fine di una relazione, un fallimento scolastico o sociale, un
litigio
con i genitori o uno scontro con un'autorità. Il ricorso all'alcool è
riscontrato in circa la metà di tutte le vittime di suicidio giovanile.
Non
tutti i giovani hanno la stessa suscettibilità alla malattia.
Correlazioni
statistiche mettono in evidenza delle differenze legate al sesso: le
ragazze
sono quelle che maggiormente cadono in depressione e che con più
frequenza
tentano il suicidio; i maschi che tentano il suicidio sono di meno ma è
più
alta la percentuale di quelli che riesce a metterlo in pratica.
Gli
adolescenti a rischio di suicidio possono essere distinti
grossolanamente in
tre gruppi:
Soggetti, soprattutto
ragazze, con i sintomi "classici" della depressione, quali tristezza
e perdita d'ogni speranza.
Perfezionisti, soprattutto
maschi, che s'impongono livelli di riuscita molto alti sono spesso
ansiosi,
isolati e socialmente ritirati.
Maschi
che esprimono la loro
depressione con comportamenti aggressivi come l'uso di droghe, sfida
con
l'autorità ed atteggiamenti rischiosi.
La
depressione in quest’ultimo particolare gruppo è difficilmente
diagnosticata
perché costoro tendono a negare qualsiasi sentimento di depressione e a
rifiutare una proposta d'aiuto. Sono inoltre quelli con maggiori
probabilità di
portare a termine i tentativi di suicidio.
I
comportamenti osservabili, che sono più frequentemente associati ad un
rischio
di suicidio nei giovani:
Parlare di
morte, di suicidio
o farsi del male;
Presenza
di
panico e d'ansia
cronica;
Insonnia
costante;
Cambiamenti
nelle abitudini
di sonno e/o alimentari;
Recenti
e
ripetuti
fallimenti scolastici o lavorativi;
Cessione
d'oggetti personali
particolarmente cari;
Nonostante
tali indicazioni non è comunque possibile prevedere se e quando sarà
messo in
atto il tentativo di suicidio. Diverse
pressioni quotidiane possono contribuire alla depressione giovanile
quali
fallimenti, discriminazione o esclusione da parte dei pari, abusi,
malattie
fisiche ed eccessiva attesa di successo. Un ruolo importante nella
patogenesi
di questo disturbo e attribuibile a problemi familiari che
compromettono
l'autostima o facciano sentire non amati i giovani; un lutto non
risolto, sia
esso relativo alla morte di una persona cara, alla perdita di un amico
o alla
fine di una storia d'amore.
Per
contro molti giovani vivono eventi emotivamente stressanti nella vita
senza
sviluppare depressione. Questo perché sono implicati nell’eziologia
della depressione
anche fattori genetici in grado di predisporre o meno il soggetto a
contrarre
questa malattia. Il
trattamento terapeutico per
alcuni
adolescenti può esser limitato ad una serie di colloqui di sostegno, in
cui
talvolta sarà opportuno inserire la presenza della famiglia; per altri
si rende
necessaria terapia farmacologica o un preciso programma di cura
stabilito da
uno psichiatra.